Il valore della comunità al Centro Carlo del Prete

02.11.2014 22:05

Si scrive comunità per minori, si legge luogo di ri-educazione, autonomia e responsabilità. 

È l’ASP – Centro Carlo del Prete di Lucca, storico edificio nato nel 1932 come rifugio per bambini orfani, maltratti o abbandonati. Nel corso degli anni, “l’utenza”, per così dire, si è modificata e rispondendo alla richieste della Regione Toscana si è trasformata in un luogo di accoglienza per minori stranieri non accompagnati o sottoposti a custodia cautelare dalla giustizia minorile. Da dieci anni la Cooperativa L’Impronta Onlus – associata al Consorzio So.&Co. – gestisce la comunità per minori che, unica forse sul territorio, è stata ridisegnata non solo dal punto di vista edilizio ma anche relativamente alle varie tipologie di operatori che vi lavorano ottenendo per questo l’accreditamento dalla Regione e l’autorizzazione definitiva al funzionamento.

phoca_thumb_l_P1000249Dodici, i ragazzi accolti presso la struttura, di proprietà dell’ASP che quotidianamente vivono – e convivono – in un clima di serenità e collaborazione. Si tratta di minori stranieri non accompagnati, giovani sottoposti a misure cautelari, oppure ragazzi messi in prova che gli organi di giustizia minorile del territorio, e non solo, segnalano. E se per i giovani in attesa di processo le attività comunitarie sono soggette a moltissime restrizioni, per coloro che proprio qui sono chiamati a scontare la pena, gli operatori della coop L’Impronta Onlus assieme agli assistenti sociali definiscono specifici progetti individuali di reinserimento che prevedono formazione professionale ma anche attività sportive e di volontariato. Diverso ancora, il percorso per i minori stranieri non accompagnati, per lo più provenienti dal paesi balcanici ma anche dal continente africano, che al Centro Carlo del Prete arrivano a seguito di un avviso da parte della questura, dei servizi sociali e delle forze d’ordine. Grazie a un’equipe multidisciplinare composta da un assistente di base, un educatore, un animatore, uno psicologo esterno e un nutrito gruppo di volontari, questi giovani vengono guidati lungo un consapevole cammino di inserimento e integrazione. Così, ad una fase iniziale di prima accoglienza segue la condivisione di un piano educativo individuale, definito in tandem con i servizi sociali, e, ancora, l’ottenimento della documentazione necessaria (permesso di soggiorno, affidamento a un tutore legale, permesso di affidamento). Di fondamentale importanza, il corso di alfabetizzazione che il minore è tenuto a seguire, dopo il quale, a competenze linguistiche comprovate, sarà possibile per lui inserirsi in un iter formativo vero e proprio. Un meccanismo davvero ben funzionate, dunque, quello de L’Impronta Onlus che, dati alla mano, aiuta oltre un terzo dei suoi ospiti a trovare stabilità sul territorio, dal punto di vista lavorativo e personale.

phoca_thumb_l_IMG_2403A fare la differenza, un approccio fortemente relazionale, orientato alla responsabilizzazione, all’autonomia, alla condivisione e alla fiducia reciproca. Gli operatori della cooperativa sono, infatti, tesi a insegnare l’importanza delle regole per un futuro reinserimento positivo del minore che al compimento del diciottesimo anno di età è tenuto a lasciare la comunità. E per agevolare questo vivace e fecondo dialogo, non mancano laboratori creativi, come quello della coltivazione dell’orto, attività sportive, in collaborazione con la Pugilistica Lucchese e non certo da meno, la condivisione di progetti educativi, momenti conviviali ed iniziative speciali con realtà analoghe, come la Casa del Vento del Pisa.

Si scrive comunità per minori, dicevamo in apertura… ma se si considera che al Centro Carlo del Prete ragazzi ancora giovanissimi e adolescenti crescono assieme ad altri coetanei di diverse nazionalità, imparando la differenza tra bene e male, giusto e sbagliato, per poi misurarsi da adulti con il mondo esterno, beh allora ri-educazione, autonomia e responsabilità, ne definiscono veramente l’essenza.